F-Psicoarchitettura appunti

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f-psicoarchitettura appunti 14

L’ombra

Quando nasciamo, veniamo scaraventati “nell’ombra”, dove sperimentiamo l’illusione del tempo e dello spazio e il “limite” in sé.

E’ in questa illusione che “giochiamo a dadi con D.”(*) nella speranza di provare a essere senza l’illusione del limite spazio-temporale.

Con la morte veniamo tolti dall’ombra, dove non esiste ne tempo ne spazio ma solo energia e movimento, allora possiamo decidere di fare un altro viaggio nell’ombra oppure no, l’ombra in se permette una più sottile differenziazione, che altrimenti non sarebbe possibile. La differenziazione nell’ombra permette l’ individuazione che persiste dopo la morte, se vogliamo cambiare qualcosa dell’individualità dobbiamo tornare nell’ombra (fare esperienza esistenziale) con i vantaggi e i rischi che questo comporta, in termini di collocazione qualitativa energetica più alta o più bassa da cui deriva un “movimento” più veloce e ritmico (entropicamente verso l’ordine) o meno (verso il disordine).

(*) A. Einstein: D. non gioca a dadi.

f-psicoarchitettura appunti 13

Partendo dall’idea che alla base di tutto ci sia solo: “espressione energetica identitaria” che si estrinseca su due modalità: risonanza-movimento, introduco un terzo concetto: il ciclo.

La “risonanza energetica” permette quella organizzazione caratteristica di pacchetti energetici, che permettono alla “coscienza” di ciascun individuo (vegetale-animale-umano) di fare esperienza, e questo è possibile se la cosi-detta anima o mente costruisce “illusioni” ovvero, costruzioni condivise con altri individui di: tempo, spazio, visione, suono…. La risonanza si muove verso l’equilibrio, (con due caratteristiche: l’intensità e la persistenza), che dal punto di vista entropico, potrebbe essere “l’ordine”, il movimento invece si muove verso “il disordine” e in un certo senso distrugge quello che la risonanza crea. Il movimento (con due caratteristiche: congruenza incongruenza) per sua natura va verso quello che noi definiamo morte, che è la fine dell’esperienza dell’anima nella dimensione materiale. Il “movimento” permette quindi, con la morte il passaggio nelle dimensioni energetiche, immateriali, da dove probabilmente riparte un nuovo ciclo, con il passaggio di una parte delle unità energetiche individuali, di nuovo nella dimensione materiale, che noi definiamo nascita. A questo punto i pareri religiosi si discostano, per alcuni esiste un solo ciclo per altri esistono infiniti cicli, per altri un numero limitato di cicli. Poco importa che le religioni si discostano, la cosa potrebbe solo significare che non tutti gli individui hanno lo “stesso destino energetico” e che la verità sia “sovra-religiosa” essendo in se la religione solo per gli individui umani e limitata in se dal linguaggio umano che ne limita l’espressione completa.

Riassumendo la realtà è costituita da individui con identità energetiche, organizzate in diverse dimensioni ed espressioni energetiche, che si orientano in prevalenza verso la risonanza (es mondo vegetale) o verso il movimento (dai microrganismi agli individui umani) costituendo cicli di esperienza individuale (in cui misurare l’espressione individuale di libertà) che possono essere monocicli o policicli esperienziali.

f-psicoarchitettura appunti 12

Il cuore dell’albero

 

Poiché l’uomo cammina attorno alla terra (orizzontale) e la pianta non può vivere senza sole (verticale) ipotizziamo un continuum verticale – orizzontale dove la pianta è a un polo e l’uomo al polo opposto.

Questo continuum è “la relazione-comunicazione” con l’esterno dell’unità energetica individuale, tutto il fenomenico è unità energetica individuale, ognuno di noi è costituito da miliardi di unità energetiche, organizzate in “sottoinsiemi funzionali”, che hanno una “risonanza” come una specifica e unica lunghezza d’onda, che permette a tutte le unità energetiche di un individuo di riconoscersi, le unità energetiche sono in relazione fra loro e comunicano all’esterno, in base a precise dinamiche fisiche, lo spazio e il tempo non esistono, sono in realtà delle costruzioni della nostra mente, ipoteticamente potremmo avere una unità energetica “distante” per cosi dire anni luce, ma è la sua “risonanza” che la fa riconoscere dalle altre unità energetiche, questo spiega i fenomeni cosi detti paranormali, previsioni di cosa accadrà, perché il tempo non esiste ma esistono precise esperienze che la nostra mente colloca in una costruzione di tempo, quando la nostra mente non costruisce il tempo e lo spazio siamo nella dimensione originale, per esempio il sogno, dove non possiamo avere esperienze mediate dai sensi.

L’architettura dovrebbe essere costruita in base a questa teoria, cioè concependo l’abitare come minimizzazione delle interferenza “dissonanti” favorendo “risonanze” utili per la coscienza e per il senso della vita che un individuo vuole dare alla propria esistenza.

L’abitare è in sé: “possedere stare”, nel tempo e nello spazio costruito, condividendo con altri individui la costruzione dello spazio e del tempo, è la condivisione della stessa modalità spazio-temporale, ci da la sensazione dell’oggettività, tutti lo facciamo nello stesso modo, ma questo non da certezza che sia realmente cosi.

Tornando per esempio all’albero, l’albero vive senza togliere la vita a nessun altro individuo, anzi molto spesso la permette, per esempio producendo ossigeno, frutti eccetera…., il cuore dell’albero, cioè quella cosa che permette all’albero di vivere è esterno, è il sole, il cuore dell’uomo è interno, ed è un muscolo sempre in movimento, il movimento caratterizza l’esperienza esistenziale dell’uomo (al punto opposto del continuum) e la sua relazione orizzontale, la stabilità caratterizza l’esperienza esistenziale dell’albero, e la sua relazione verticale di tipo elettromagnetico con il sole, gli elementi alla fine sono due: “la risonanza” (elettromagnetica ) e il “movimento” o esperienza di movimento che richiede che la mente costruisca il tempo e lo spazio.

L’abitazione, di una o più persone, dovrebbe essere concepita come se fosse “un individuo”, una struttura organizzata, con il cuore all’esterno, come le piante, capace di fornire “abitabilità” senza deperire (o almeno riducendo al minimo la sua “morte”),  e in autonomia, dovrebbe essere costruita con materiale vivo e non privo di vita come si fa adesso.

L’aspetto igienico dovrebbe essere ponderato nell’ottica di un ecosistema perfetto che non favorisce il prevalere di una specie individuale sull’altra. Il cuore pulsante di una casa dovrebbe essere il sole, il sangue, l’acqua che scorre all’interno di essa, il respiro, l’aria e il vento che l’attraversano, chiaro che la struttura dev’essere per cosi dire una struttura eterna, per esempio l’acciaio, è il suo scheletro, ma il resto dovrebbe avere la possibilità di continuare a vivere, una casa dove scorre la vita è, per dirla con Jung, diventa l’alter ego dell’individuo umano, che invece è orientato a togliere la vita a tutto ciò che lo circonda, la casa concepita come un albero che non toglie la vita posto sul punto opposto del continuum: individui vegetali/piante-individui animali/umani.

f-psicoarchitettura appunti 11

Comunicazione verticale e orizzontale.

 

Intendo per comunicazione, quella cosa anche fisico-chimica, che mette in relazione l’individuo con qualcosa d’altro.

Per individuo intendo un organismo vivente, che nasce cresce e muore, quindi compresa la vegetazione, piante fiori, e non solo tutti gli animali, da quelli unicellulari a quelli più complessi.

La vegetazione ha prevalentemente una comunicazione verticale, di tipo bio-fisico, con il sole, e sotto radicale (tramite le radici) con gli altri individui della sua specie, e una comunicazione fluida attraverso l’acqua e l’aria anche di tipo sostanzialmente verticale.

All’opposto delle piante ci sono gli individui umani, che hanno una comunicazione prevalentemente orizzontale, anche attraverso lo spostamento fisico del proprio corpo in senso orizzontale, fra tutti la comunicazione degli individui umani, anche attraverso il linguaggio, permette una più forte e imponente capacità di trasformazione da materiale vivente a materiale inerte (per esempio rifiuti) di tutti gli altri individui vegetali e animali. Questa capacità di trasformare il mondo degli esseri umani ha un carattere involutivo, nel senso peggiorativo di de-differenziazione omologazione riduzione a poche specie viventi, mentre la comunicazione verticale, per esempio delle piante, ha un carattere evolutivo nel senso di maggiore predisposizione alla differenziazione individuale di ciò che esiste sulla terra.

L’identità energetica del mondo vegetale è più spirituale dell’identità energetica degli individui umani, i quali sono orientati a una de-spiritualizzazione materialistica inerte, alcuni individui umani si discostano dal loro destino de-spiritualizzante dandosi un gran da fare per proteggere gli individui di altre specie animali e vegetali, dalla furia distruttiva dei loro consimili, ma spesso con risultati poco apprezzabili. Ci sono anche individui umani che inventano una pseudo-spiritualità, di tipo antropocentrico, che chiamano religione, ma non è chiaro se questo sia di origine e derivazione spirituale o materialistica.

A cosa servono queste considerazioni? A pensare a una architettura di tipo spirituale, appunto psico-architettura, orientata a una maggiore equilibrio rispetto al mondo, partendo da constatazioni semplici come la fotosintesi clorofilliana (comunicazione verticale) e la devitalizzazione che l’uomo crea attorno a se per esempio con la costruzione di grandi città.