F-Psicoarchitettura appunti

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f-Psicoarchitettura appunti 19

Appuntando la data e l’ora della nascita e della morte spontanea di una persona (ma anche di animali), quindi no parti cesarei, no eutanasia, è stato notato che ci sono dei rapporti numerici, e dei rapporti numerici con altri soggetti per esempio familiari stretti. Questi rapporti o ricorrenze numeriche sono estrapolati dalla misurazione del tempo in modo condiviso (anno mese giorno ora). Anche lo spazio ha una misura condivisa, con numeri che sono gli stessi del tempo, ma anche utilizzati nei testi sacri. Ci sono già dei templi, delle chiese, in particolare chiese medioevali, costruiti tenendo conto della numerologia riportata dai testi sacri. Questi edifici uniscono “l’anima” con lo spazio e il tempo, utilizzando riferimenti numerici che sembrano casuali, e che sono riportati nei testi sacri. Questa cosa avviene parallelamente in più religioni.

Quello che vorrei proporre è una progettazione in cui “l’anima” del committente e dei suoi antenati, o della comunità che commissione il progetto, venga riportata nel progetto edificatorio, secondo la teoria che ho descritto nei precedenti 18 appunti, e analizzando i rapporti numerici ricorrenti nella storia della comunità per esempio, o nella storia familiare o nella storia individuale, in modo da “spiritualizzare” l’architettura, come venne fatto per esempio nel medio evo, ma in modo più “identitario-centrico” mettendo al centro il soggetto umano, animale, vegetale, la sua identità energetica. Questa vorrebbe essere la psico-architettura. (psico “anima” architettura “archetipo tecnico” /archè(anima)-tecnico (tettura) paradigma teorico di Renato Rizzi docente IUAV Venezia). In altre parole tradurre in spazio (ciò che percepiamo come spazio) la simbologia numerica, che utilizziamo nel pensiero (dimensione energetica intangibile) mettendoli traducendoli come appaiono in relazione nella realtà energetica dei cosi detti fatti (morte, nascita, altri eventi casuali).

f-psicoarchitettura appunti 18

Concepimento e morte.

Nel momento dell’entrata dell’identità energetica nella dimensione del mondo materiale, cioè nell’atto del concepimento (incontro fra un seme o più semi maschili e ovulo femminile, o il momento in altre forme di vita che da luogo all’inizio ) avviene come se “una scintilla di luce” dovesse passare in uno spazio piccolissimo per lei, che la costringe a “compattarsi-restringersi” al fine di far trasmigrare pochi pacchetti energetici, delle dimensioni immateriali, che entrando nella dimensione materiale, si trasformano in “espressioni energetiche materiali” che contengono tutta l’informazione utile per organizzare gli altri flussi di espressioni energetiche immateriali,  trasformative verso la dimensione materiale, e cioè in espressioni energetiche materiali. Questo passaggio per il canale stretto è molto traumatico, ed è traumatico come il passaggio per il canale stretto che avviene nel momento della morte, o per meglio dire della cessazione di ogni movimento proprio del corpo umano (o altro corpo vivente) cioè: espressione energetica materiale, mentre nel concepimento l’energia individuale viene spinta forzatamente verso il canale stretto che porta al movimento materiale proprio dell’espressione energetica materiale, da cui inizia poi la replicazione cellulare, alla morte invece avviene il contrario e la spinta avviene violentemente verso la cessazione di ogni movimento. La malattia è un avvicinamento verso la condizione di morte, in particolare in quelle forme in cui progressivamente viene ridotta la percezione sensoriale e la possibilità di movimento, la malattia rende meno traumatico il passaggio perché lentamente abitua l’identità  energetica al nuovo stato dimensionale.

Con la morte in particolare sembrerebbe problematico (per chi sta morendo) e quindi più traumatica la separazione affettiva da persone (per esempio figli) che ancora permarranno nella dimensione materiale, come se ci fosse una sovrapposizione di alcuni pacchetti energetici, delle due identità energetiche (per esempio madre e figlio) sembrerebbe che tale sovrapposizione sia come una condivisione di unità energetiche di due identità energetiche, forse qualcosa che è avvenuto durante la gravidanza in cui le due identità energetiche in qualche modo potevano condividere unità energetiche, fino al momento della nascita. La nascita è un altro momento traumatico ma non cosi violento come quello del concepimento e della morte.

Il fenomeno può avvenire anche con altre forme viventi persone, animali domestici, mondo vegetale (giardini), sembrerebbe che la relazione d’amore con un’altra identità energetica, cioè forma vivente, porti a condividere alcune unità energetiche, non solo in termini di comunicazione come esplicitato negli appunti precedenti ma anche in termini di trasformazione energetica condivisa. Molti sono i fenomeni e o racconti di fenomeni che si potrebbero spiegare teorizzando in questo modo, fenomeni che non è utile elencare qui.