Particelle o onde? Entrambe
Lo spazio e il tempo non esistono, sono autocostruzioni della parte mentale (campo/dimensione mentale ovvero dove le unità energetiche esprimono la propria identità) utile ad autodefinire la propria identità energetica (complesso di unità nei campi materiale spirituale mentale, che sono macroaree in realtà molto complesse costituite da sottoinsiemi e intersezioni varie) e la sua espressione (movimento energetico che permette di modificare la presenza delle varie unità energetiche costitutive di un individuo, nei campi/dimensioni, e di dar luogo a individui mutati, cambiati, la mutazione da l’autopercezione del tempo e la migrazione da un campo/dimensione all’altra l’autopercezione dello spazio) anche le piante hanno una identità (consapevolezza) come ogni essere vivente anche unicellulare, mentre i complessi cellulari definiti possono dar luogo a un unica espressione identitaria per esempio l’uomo, questo in un sistema cognitivo autopercettivo che nel caso dei vegetali piante che non hanno la possibilità di “spostarsi” è molto collegato fra individui diversi (come rilevato dai botanici le piante si aiutano fornendo elementi biochimici necessari per la sopravvivenza) cioè collegato come un vivente che abbia sistema motorio atto a dar luogo a movimento, tutte le forme viventi hanno un sistema cognitivo (dimensione mentale) un sistema affettivo (dimensione spirituale) e un “corpo materiale” (dimensione spirituale) cioè un corpo in cui l’espressione delle unità energetiche dell’individuo da luogo a tangibilità attraverso organi sensoriali e percettivi molto limitati e diversi da specie vivente a specie vivente, quindi costruiscono idee di realtà in cui l’osservatore è se stesso, quindi facilmente confondono la realtà o ne costruiscono di travisate.
Noi siamo i viventi che più facilmente travisano la realtà in quanto abbiamo anche un linguaggio molto approssimativo per descriverla e questo ci convice del vero cosa che in realtà è un “vero condiviso con altre persone” ma in realtà un “vero, travisato dal linguaggio” su cui poggiano numerevoli pregiudizi scientifici.
Potrebbe essere che l’essere umano non sia consapevole di tutti gli esseri viventi che esistono, qulcuno potrebbe non essere percepibile dai suo sensi limitati, a mio parere ne ignora la maggior parte, come osservatore scientifico può senza consapevolezza autosservare se stesso, con la convinzione di osservare la realtà esterna, e proiettare nelle sue speculazioni “illusioni di scientificità” nel senso che non segue una epistemologia corretta, oltre ai limiti della sua natura percettiva e cognitiva. In compenso però ha una esagerata idea di se stesso un po’ come se si credesse un Dio.
Tuttavia molti scienziati svolgono con coscienziosità e serietà il proprio lavoro. Ho letto da poco un libro di recente pubblicazione di Federico Faggin, che anche per la sua età avanzata è da me molto considerato come autorevole studioso al fine di poter attingere un sapere altrui, per le mie ipotesi di realtà.
C’è un punto in cui, parlando della fisica quantistica, Faggin, dice che ad oggi non è ancora chiaro se abbiamo a che fare con “oscillazioni di campi energetici James Clerk Maxwell” o “particelle Einstein”, cioè la natura particellare o ondulatoria della realtà.
Per quanto riguarda la mia F-psicoarchitettura, con tutti i suoi limiti per quanto riguarda una eccessiva semplificazione (anche per scopi divulgativi) avevo accennato a questo punto negli appunti f-psicoarchitettura precedenti, che si poggiavano sulla teoria delle stringhe, ultimamente molto accantonata, ora nella mia teoria psicologica su come funziona la mente e architettonica su come funziona l’interazione materiale con la realtà fisica, l’unità elementare è immaginata come una sfera con tre o più strati sferici concentrici, uno più esterno con onde che estroflettono e comunicano con altre unità energetiche costitutive di individui esistenti (sfere pulsanti, cioè che hanno come un moto che si allarga e ritorna un po’ come quello del cuore) e costitutive di non individui (tipo marmo per esempio, sfere non pulsanti, quindi che non hanno un moto che non comunicano ma che estono nella realtà).
Le sfere non pulsanti possono essere “vivificate” e trasformate in sfere pulsanti (attraverzo un’azione divina -per es. scintilla per la mistica ebraica- per chi non è ateo oppure attraverso un coscienza che le contiene dotata di libero arbitrio come ipotizzato da Faggin, ).
Ora come sarebbero fatte queste particelle con oscillazioni di campi energetici? La superfice della sfera è costituita come da una tessitura di “energia che percorre orbite circolari” (stringhe ipotesi Becker Schwarz) ma alcune con orbite tipo spiraliformi che escono dal tessuto orbitale, mentre altre entrano per l’effetto spirale di altre particelle nell’orbira esterna della superficie energetica della sfera, ci sono più strati energetici sferoidali, lo strato più interno non comunica all’esterno e costituisce l’identità di quella particella, identità che è comunicata alle parti più esterne e che permette di riconoscere tutte le altre particelle appartenenti allo stesso individuo, che si trovano in dimensioni, o sottodimensioni o campi diversi. Lo strato esterno della “membrana energetica” ha in prevalenza estroflessioni (moto ondulatorio) che permettono il bilanciamento e il riconoscimento con altre particelle, lo strato più interno ha prevalentemente introflessioni che permettono la stabilità identitaria dell’espressione energetica, quelli intermedi fanno da filtro e possono modificare (per esempio apprendimento) un po’ l’espressione identitaria del soggetto dando luogo a una risonanza con le altre particelle dello stesso individuo, che si trovano nella stessa dimensione o in altre dimensioni. Che la rappresentazione sia spaziale è una analogia, nel senso che in realtà quello che conta è il movimento circolare o spiraliforme, ma questo fenomeno ha bisogno di un linguaggio (le parole che scrivo) e di una analogia spaziale condivisa con chi leggerà (forma sferica membrana come tessitura dei movimenti circolari e spiraliformi).
Schizzo, l’ipotesi è che le tre traiettorie costanti (tessitura membranosa: verde, blu, rosso che crea 3 “strati” enegetici) abbiano 3 caratteristiche, rosso con estroflessioni energetiche, verde con introflessioni energetiche, blu con lo speculare di rosso e verde, a secondo se le particelle s’intersecano dopo le fenditure (che possono essere più o meno distanti fra loro) sulla stessa linea o a dislivello (che significa energeticamente con movimenti sfasati) formerebbero degli specchiamenti a 2 o 4 o più bande e nel senso che 1,2 e 3,4 possono sovrapporsi o meno a secondo della distanza dell’apertura.
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