f-psicoarchitettura appunti 24

Sulla vulnerabilità e invulnerabilità dei sistemi identitari complessi.

Secondo questa teoria “fisico-psico-architettuta”, il funzionamento energetico dell’intangibile “identità energetica”, influenza il tangibile “sensi+elaborazione cognitiva della percezione”, e va immaginato come qualcosa di infinitesimale molto piccolo (su cui sta studiando la fisica sub-atomica) quindi già la “dimensione” filtra ogni interferenza riducendo la casualità in termini di vulnerabilità.

Io ipotizzo che queste particelle sub-atomiche abbiano una identità specifica: “identità energetica”, che va intesa come “una impronta” o una “chiave” unica per la caratteristica di quella particella, queste particelle con l’identità “x” sono collegate fra di loro tramite qualcosa di più reale dalla nostra percezione spazio-temporale, ovvero sono collegate in realtà: in assenza di tempo e di spazio, il collegamento è che “vanno in risonanza” riconoscendosi a vicenda, costituendo un unico individuo, che noi in modo grezzo percepiamo come la persona x, l’animale x, la pianta x ecc…. ogni vivente che noi percepiamo è in realtà costituito da particelle sub atomiche che ne definiscono l’identità, l’impronta, la chiave, queste particelle possono cambiare “di stato” passando in parte nei macrosistemi “materiale, mentale, spirituale”. In questa visione della realtà, terapie come i fiori di Bach, l’omeopatia ecc… nate nel XIX sec. quasi esclusivamente dall’osservazione diretta delle cose percepite (Bach osservava la personalità dei fiori, Hahnemann le modifiche che avvenivano nei ricercatori: sintomi patologici, emozioni, morale, mente, quindi anche aspetti intangibili), e per l’appunto questi approcci scientifici molto ostacolati dalla scienza ufficiale, trovano una spiegazione astratta in questa teoria in quanto mescolando “punti di identità energetica” con l’acqua (rugiada per Bach) trasferiscono “l’impronta” del rimedio nella molecola d’acqua (quindi la sola frequenza non il quanto (prendo a prestito il termine dai fisici), la quale per risonanza la trasferisce nell’abbondante “costitutivo di acqua” di una persona e “questa impronta energetica” rimette in risonanza armonica, quella parte dell’individuo che è andata in “rumore-caos” identitario a causa di una qualche perturbazione interna o esterna di una parte del costitutivo in identità energetica (malattia fisica, disarmonia cognitiva, distruttività). Quindi se l’impronta originaria del costitutivo identitario energetico è invulnerabile (potrebbe essere il quantum), è invece vulnerabile la sua risonanza la sua espressione energetica, almeno, nella dimensione spazio temporale da noi cognitivo – percettivamente coscentizzata (cioè abbiamo esperienza consapevole di quello che ci sembra di vedere e lo definiamo in modo assoluto e semplificato) . Ciò che viene guarito dalle terapie non convenzionali ha probabilmente una natura “sub atomica” immateriale, intangibile, realtà che non possiamo negare in quanto in ogni istante noi pensiamo e sperimentiamo l’esistenza del pensiero pur non vedendolo con i sensi (Cartesio) il pensiero esiste anche se non lo vediamo come anche l’organizzazione identitaria di ogni vivente sulla terra.