F-Psicoarchitettura appunti

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f-psicoarchitettura appunti 27

progetto archifisi

video prima parte

video seconda parte

The ARCHIFISI project was born from the meeting of three professionals, the architect psychologist and psychotherapist Carla Foletto, the engineer and psychologist Mirko Semperlotti and the jurist Francesca Caricato, who decided to collaborate to offer a service oriented to a broader well-being that includes living, the natural environment, the soul and ethics. To do this we thought it would be useful to have a multidisciplinary approach that included our skills but also theoretical physics and botany, to research the deepest reasons that lead human beings to be stressed, dissatisfied, often unable to achieve their own inner harmony. Among the first causes we identified a bad use of technology, a bad relationship with nature and a certain superficiality in ethically understanding the environment in which we live with consequent atrophy of the soul, discomfort of the body and mind. But what is the soul from a scientific point of view? The soul is energetic dynamism, it is possible to verify it by recording thoughts with neuronal recordings that generate impulses, therefore energy, and what does the soul have to do with architecture? This was well known in ancient times, those who built temples and churches with mathematical ratios such as the golden section which are the same as those found in nature. We asked ourselves if it was not the case to understand nature more deeply before designing human habitation, we understood that nature adapts gently to anthropic constructions that respect it, that a dialogue can arise between nature and architecture, a dialogue that is not the projection of our fairy-tale desires on nature, but that is real and concrete communication with nature, a listening to nature to make our soul blossom and live with nature without brutalizing it. We discovered that man is afraid of nature because he projects his intentions of domination and abuse onto natural existence, with ideas such as that nature must be ordered where in reality the disorder is inside the mind of man. We could go on and on about the relationship between man and nature, but we leave you with some images and written words to evoke our project that we have decided to call ARCHIFISI, or the first part of architecture: archi and fysi which means nature. It is curious and very Jungian to discover that archifisi in Welsh means archive, which is also our research, discovering nature, translating it into photographs and adapting human life to nature and not vice versa.

f- psicoarchitettura appunti 26


precedenti considerazioni sull’omeopatia

Il mio interesse per l’omeopatia è nato da una constatazione, circa l’8 % di medici e un numero imprecisato di professionisti sanitari (per es. noi psicologi) e non (per es. farmacisti) che operano nel campo delle medicine non convenzionali, e tutti con lauree scientifiche magistrali, sostiene di aver guarito o visto guarire persone con malesseri vari, con la sola somministrazione di sostanze presenti in natura a una diluizine tale da non essere più misurabili (n° di Avogadro), pertanto per il solo fatto che un disturbo mentale ha la probabilità di estrinsecarsi nell’1-3% della popolazione quidi molto minore rispetto gli esercenti l’omeopatia, dobbiamo escludere con onestà intellettuale che queste persone prendano degli abbagli, e ipotizzare che più facilmente la “medicina dogmatica” non consente aperture a possibilità di cura alternative che possano avere la stessa o maggiore efficacia della medicina tradizionale occidentale, pertanto un lecito sospetto mi venne e fu che la commercializzazione della scienza avesse avviato produzioni di farmaci con interessi economici troppo alti, in termini di PIL, da non poter accettare di essere messa in discussione da nuovi approcci integrati per il ristabilimente e mantenimento della salute umana, quindi ho deciso di approfondire l’omeopatiae non vi nascondo che da subito ho trovato l’omeopatia di una tale complessità da rendermi conto che l’impegno sarebbe stato notevole. 

Nella mia esperienza come psicoterapeuta avevo notato che l’uso di sostanze diluite, come fiori di Bach, sali di Shussler, avevano dato riscontri nei miei pazienti, senza che io dicessi quale sarebbe stato l’effetto atteso, si tratta di botanici, medici che operavano nello stesso periodo storico di Hahnemann.

La mia esperienza, come anche l’osservazione della natura spontanea,  mi ha fatto ipotizzare che queste particelle, diluite funzionino a livello sub-atomico abbiano una identità specifica: “identità energetica”, che va intesa come “una impronta” o una “chiave” unica per la caratteristica di quella particella, queste particelle con l’identità “x” sono collegate fra di loro tramite qualcosa di più reale dalla nostra percezione spazio-temporale, ovvero sono collegate in realtà: in assenza di tempo e di spazio, il collegamento è che “vanno in risonanza” riconoscendosi a vicenda, costituendo un unico individuo, che noi in modo grezzo percepiamo come la persona x, l’animale x, la pianta x ecc…. ogni vivente che noi percepiamo è in realtà costituito da particelle sub atomiche che ne definiscono l’identità, l’impronta, la chiave, queste particelle possono cambiare “di stato” passando in parte nei macrosistemi “materiale, mentale, spirituale”. In questa visione della realtà, terapie come i fiori di Bach, l’omeopatia ecc… nate nel XIX sec. quasi esclusivamente dall’osservazione diretta delle cose percepite (Bach osservava la personalità dei fiori, Hahnemann le modifiche che avvenivano nei ricercatori: sintomi patologici, emozioni, morale, mente, quindi anche aspetti intangibili), e per l’appunto questi approcci scientifici molto ostacolati dalla scienza ufficiale, trovano una spiegazione astratta in questa teoria in quanto mescolando “punti di identità energetica” con l’acqua (rugiada per Bach) trasferiscono “l’impronta” del rimedio nella molecola d’acqua (quindi la sola frequenza non il quanto (prendo a prestito il termine dai fisici), la quale per risonanza la trasferisce nell’abbondante “costitutivo di acqua” di una persona e “questa impronta energetica” rimette in risonanza armonica, quella parte dell’individuo che è andata in “rumore-caos” identitario a causa di una qualche perturbazione interna o esterna di una parte del costitutivo in identità energetica (malattia fisica, disarmonia cognitiva, distruttività). Quindi se l’impronta originaria del costitutivo identitario energetico è invulnerabile (potrebbe essere il quantum), è invece vulnerabile la sua risonanza la sua espressione energetica, almeno, nella dimensione spazio temporale da noi cognitivo – percettivamente coscentizzata (cioè abbiamo esperienza consapevole di quello che ci sembra di vedere e lo definiamo in modo assoluto e semplificato) . Ciò che viene guarito dalle terapie non convenzionali ha probabilmente una natura “sub atomica” immateriale, intangibile, realtà che non possiamo negare in quanto in ogni istante noi pensiamo e sperimentiamo l’esistenza del pensiero pur non vedendolo con i sensi (Cartesio) il pensiero esiste anche se non lo vediamo come anche l’organizzazione identitaria di ogni vivente sulla terra.

In statica ogni forza (x esempio il peso) determina una contro reazione in questo caso abbiamo una risposta energetica in termini quantitativo gravitazionali cioè maggiore e’ l’intensità per esempio il peso, maggiore è la controspinta regolatrice in termini statici, cioè la contro-reazione.

Nell’ omeopatia abbiamo invece una risposta opposta del rimedio (una contro spinta energetica regolatrice) , dato a un soggetto, in termini qualitativi e non per esempio quantitativo-gravitazionali, ovvero è l’impronta energetica a determinare la risposta energetica di opposizione al rimedio, sull’impronta energetica dell’individuo sia esso umano animale vegetale.

La contro-risposta o forza vitale attivata dal rimedio per portare a guarigione una persona, va immaginata in termini di “risonanza-probabilistica” dell’identità energetica che il rimedio omeopatico porta in se, in altre parole l’impronta energetica che nel soggetto malato può essere immaginata come poco definita, offuscata, mentre nel rimedio va immaginata come -un impronta energetica nitida- e questa impronta nitida “viene come spinta qualitativamente” dalla forza vitale del soggetto, determinandone la guarigione, (se si tratta del rimedio adeguato). Ciò che guarisce è il ripristino della memoria impressa nell’acqua dal rimedio, questa “memoria” va immaginata come risonanza (possibilità di manifestarsi), come se fosse un suono esatto, ben modulato privo di “rumore”(entropico) energetico, che suggerisce al corpo la giusta risonanza.

Ora perchè abbiamo “un rimedio individualizzato” che funziona in più persone con gli stessi sintomi e con sintomi diversi? Si tratta di una “impronta energetica di tipo genetico” genetico forse non al 100% in tutti gli individui su cui funziona il singolo rimedio, ma certamente ha notevole affinità, ora immaginiamolo cosi, questo “genoma energetico” può essere il risultato del genoma energetico degli antenati e di tutta quella parte “geno-energetica” che condividiamo nella genetica non energetica con vegetali, animali ecc. Ciò che si disarmonizza potrebbe riguardare l’impronta geno-energetica impressa dai vegetali (policresti) o più specifica in mammiferi che sono più vicini a noi. Certo questo è un costrutto teorico comunque sia,

tutto questo non è comprensibile con un atteggiamento cognitivo sensorial-centrico, ovvero basato sulla nostra percezione sensoriale in quanto questi fenomeni non sono percepiti dai sensi, ma sono intangibili, per alcuni percepiti dall’anima, ma non oggettivabili, per quanto la scienza moderna con il sistema verificazionista (tangibile verificabile con i sensi) ha sicuramente distinto la fantasia il pregiudizio la suggestione, dalla realtà scientifica, ad oggi questo tipo di scienza ha assunto un atteggiamento cognitivo troppo preponderante e supponente che rischia di farci deviare dalla verità scientifica, per quanto ci è possibile capirla con l’intelletto la sensibilità psichica e molta onestà intellettuale.


f-psicoarchitettura appunti 25

In statica ogni forza (x esempio il peso) determina una contro reazione in questo caso abbiamo una risposta energetica in termini quantitativo gravitazionali cioè maggiore e’ l’intensità per esempio il peso, maggiore è la controspinta regolatrice in termini statici, cioè la contro-reazione.

Nell’ omeopatia abbiamo invece una risposta opposta del rimedio (una contro spinta energetica regolatrice) , dato a un soggetto, in termini qualitativi e non per esempio quantitativo-gravitazionali, ovvero è l’impronta energetica a determinare la risposta energetica di opposizione al rimedio, sull’impronta energetica dell’individuo sia esso umano animale vegetale.

La contro-risposta o forza vitale attivata dal rimedio per portare a guarigione una persona, va immaginata in termini di “risonanza-probabilistica” dell’identità energetica che il rimedio omeopatico porta in se, in altre parole l’impronta energetica che nel soggetto malato può essere immaginata come poco definita, offuscata, mentre nel rimedio va immaginata come -un impronta energetica nitida- e questa impronta nitida “viene come spinta qualitativamente” dalla forza vitale del soggetto, determinandone la guarigione, (se si tratta del rimedio adeguato). Ciò che guarisce è il ripristino della memoria impressa nell’acqua dal rimedio, questa “memoria” va immaginata come risonanza (possibilità di manifestarsi), come se fosse un suono esatto, ben modulato privo di “rumore”(entropico) energetico, che suggerisce al corpo la giusta risonanza.

Ovviamente tutto questo non è comprensibile con un atteggiamento cognitivo sensorial-centrico, ovvero basato sulla nostra percezione sensoriale in quanto questi fenomeni non sono percepiti dai sensi, ma sono intangibili, per alcuni percepiti dall’anima, ma non oggettivabili, per quanto la scienza moderna con il sistema verificazionista (tangibile verificabile con i sensi) ha sicuramente distinto la fantasia il pregiudizio la suggestione, dalla realtà scientifica, ad oggi questo tipo di scienza ha assunto un atteggiamento cognitivo troppo preponderante e supponente che rischia di farci deviare dalla verità scientifica, per quanto ci è possibile capirla con l’intelletto la sensibilità psichica e molta onestà intellettuale.

f-psicoarchitettura appunti 24

Sulla vulnerabilità e invulnerabilità dei sistemi identitari complessi.

Secondo questa teoria “fisico-psico-architettuta”, il funzionamento energetico dell’intangibile “identità energetica”, influenza il tangibile “sensi+elaborazione cognitiva della percezione”, e va immaginato come qualcosa di infinitesimale molto piccolo (su cui sta studiando la fisica sub-atomica) quindi già la “dimensione” filtra ogni interferenza riducendo la casualità in termini di vulnerabilità.

Io ipotizzo che queste particelle sub-atomiche abbiano una identità specifica: “identità energetica”, che va intesa come “una impronta” o una “chiave” unica per la caratteristica di quella particella, queste particelle con l’identità “x” sono collegate fra di loro tramite qualcosa di più reale dalla nostra percezione spazio-temporale, ovvero sono collegate in realtà: in assenza di tempo e di spazio, il collegamento è che “vanno in risonanza” riconoscendosi a vicenda, costituendo un unico individuo, che noi in modo grezzo percepiamo come la persona x, l’animale x, la pianta x ecc…. ogni vivente che noi percepiamo è in realtà costituito da particelle sub atomiche che ne definiscono l’identità, l’impronta, la chiave, queste particelle possono cambiare “di stato” passando in parte nei macrosistemi “materiale, mentale, spirituale”. In questa visione della realtà, terapie come i fiori di Bach, l’omeopatia ecc… nate nel XIX sec. quasi esclusivamente dall’osservazione diretta delle cose percepite (Bach osservava la personalità dei fiori, Hahnemann le modifiche che avvenivano nei ricercatori: sintomi patologici, emozioni, morale, mente, quindi anche aspetti intangibili), e per l’appunto questi approcci scientifici molto ostacolati dalla scienza ufficiale, trovano una spiegazione astratta in questa teoria in quanto mescolando “punti di identità energetica” con l’acqua (rugiada per Bach) trasferiscono “l’impronta” del rimedio nella molecola d’acqua (quindi la sola frequenza non il quanto (prendo a prestito il termine dai fisici), la quale per risonanza la trasferisce nell’abbondante “costitutivo di acqua” di una persona e “questa impronta energetica” rimette in risonanza armonica, quella parte dell’individuo che è andata in “rumore-caos” identitario a causa di una qualche perturbazione interna o esterna di una parte del costitutivo in identità energetica (malattia fisica, disarmonia cognitiva, distruttività). Quindi se l’impronta originaria del costitutivo identitario energetico è invulnerabile (potrebbe essere il quantum), è invece vulnerabile la sua risonanza la sua espressione energetica, almeno, nella dimensione spazio temporale da noi cognitivo – percettivamente coscentizzata (cioè abbiamo esperienza consapevole di quello che ci sembra di vedere e lo definiamo in modo assoluto e semplificato) . Ciò che viene guarito dalle terapie non convenzionali ha probabilmente una natura “sub atomica” immateriale, intangibile, realtà che non possiamo negare in quanto in ogni istante noi pensiamo e sperimentiamo l’esistenza del pensiero pur non vedendolo con i sensi (Cartesio) il pensiero esiste anche se non lo vediamo come anche l’organizzazione identitaria di ogni vivente sulla terra.

f-psicoarchitettura appunti 23

Aggiungo questo negli appunti di base, dopo aver ascoltato alcune precisazioni di Corrado Malanga chimico, che riguardano alcune posizioni della fisica moderna.

In merito la mia psico-teoria, che ritiene necessario inserire il concetto di identità energetica (quindi di natura psicologica) nella costruzione di un modello fenomenico di realtà, per la parte non quantificabile ne qualitativamente dimostrabile, in modo empirico-tangibile.

Fra le caratteristiche dell’epressione energetica identitaria (vedi appunti precedenti) vanno certamente inseriti i fenomeni entropici (orientamento verso il caos o verso l’ordine) la dove un individuo costituito da una complessa rete di unità energetiche (vedi appunti precedenti), sia esso di natura animale o vegetale, esiste in una modalità “quantistica verticistica” con maggiore intensità energetica, e diminuito “movimento auto percepito”; la dove il movimento auto-percepito è maggiore in individui umani e in genere animali dotati di diminuita intensità energetica, con conseguente movimento e auto percezione di spazio, mentre maggiore è l’intensità energetica per gli individui vegetali che ci appaiono fermi nello spazio. In altre parole gli umani e gli animali che si muovono in una autopercezione dello spazio, sono orientati più verso il caos entropico, con elevata probabilità casualistica, mentre le piante e la natura che ci appare ferma, sono dotate di maggiore intensità energetica (verticismo quantistico) minore possibilità di “libertà di movimento energetico” e orientamento “all’ordine entropico” che noi percepiamo come uno stato di stasi che ci appare come uno stato di “morte” in quanto privo di movimento. In realtà come delineato nei precedenti appunti si tratta di variazione di un processo “di stato energetico” dotato di due poli, uno di tipo autodistruttivo e uno di tipo “piena realizzazione energetico individuale” come descritto in molte teorie e correnti di natura spirituale. A mio parere la mancata realizzazione energetico spirituale coincide con il massimo del disodine entropico, dell’identità energetica a livelli minimi di intensità, mentre al polo opposto abbiamo “espressioni d’identità energetica molto intensa, e entropicamente ordinate ossia perfette” come per esempio Cristo, che è a sostegno dell’orientamento religioso della maggior parte della popolazione mondiale, che ha sclo liberamente il proprio orientamento spirituale. Nessuna identità energetica si estingue in modo definitivo, in linea con il principo di conservazione dell’energia, ma l’espressione energetica identitaria e quella neutra, può variare su un continum da uno stato di caos estremo a uno stato di realizzazione energetica perfetta. Qui sta il principio terapeutico, per cui in una energia entropicamente ordinata come quella delle piante e della natura c’è il potere terapeutico di guarire identità energetiche disordinate e caotiche più presenti nelle espressioni energetiche che appaiono in movimento (umani, animali, insetti, microbi…), e una tendenza al disordine entropico (distruttività) di perturbare l’ordine naturale delle cose con la sua massima espressione nell’antropizzazione umana. Il tutto vede l’acqua come indispensabile vettore di informazione assieme ai fotoni.

psicoarchitettura F. appunti delta 1

György Lukács scrisse sull’estetica: “con l’evolversi dei tempi la specie umana si riduce”

In successione abbiamo fra le qualità umane, tali solo se compresenti: verità, libertà, giustizia, amore, bellezza.

La verità o c’è o non c’è, non esiste verità inautentica.

La libertà è subalterna alla verità in quanto può esistere una falsa libertà.

Stessa cosa la giustizia, è subalterna alla consapevolezza e alla scelta libera, esiste una falsa giustizia la dove non è identificabile la colpa in termini di libero arbitrio.

Anche l’amore non autentico, è subalterno a verità, libertà, giustizia, in quanto può esistere un falso amore che genera obblighi e impone cose ingiuste.

La bellezza appartiene solo a Dio, ma saperla riconoscere richiede le precedenti qualità umane: verità, libertà, giustizia e amore.

Quando si perdono queste qualità etiche, la qualità umana si riduce, e nel tempo (con l’evolversi dei tempi) si riduce la specie umana che possiamo ritenere qualitativamente tale in base alle sue principali 4-5 qualità etiche.

In questo senso l’evoluzione umana, in particolare seguendo il marxismo, oggi mascherato da neoliberismo comunista, perderebbe le proprie qualità etiche fino a ridursi anche quantitativamente, cioè gli individui umani che possono essere considerati veramente tali, diventano sempre meno, sostituiti da individui che amano la falsa libertà, impongono la falsa giustizia, amano in modo inautentico e ipocrità e soprattutto di circondano della bruttezza dei propri artefatti, scambiandoli per bellezza, e distruggono la natura che è la bellezza che appartiene solo a D. anche la bontà (che è amore autentico con potenza illimitata) appartiene solo a D.

f-psicoarchitettura appunti beta 3

Procedendo con l’area beta (elementi applicativi ) continuiamo a fare riferimento alla medicina tradizionale esistente prima della medicina moderna (allopatica) cioè prima del ‘900, che prevede nella repertorizzazione dei rimedi omeopatici, alla voce: mente e morale, la descrizione dei tipi costituzionali per ogni rimedio omeopatico.

Tale descrizione è molto semplice e un po’ riduttiva rispetto alle conoscenze che si hanno oggi in psicologia, sui tratti di personalità caratteristici e ragruppabili in macro aree.

Tuttavia è vero che ogni rimedio omeopatico agisce sulle qualità psichiche: “emozioni-sentimenti-cognizioni-identità soggettive e sociali”.

Il precedente articolo “beta2” esemplifica una possibile applicazione soggettiva di rimedi omeopatici in termini soggettivi, ovvero che riguardano l’abitazione di una singola persona.

Lo stesso presupposto teorico, tutto da dimostrare, potrebbe valere anche per l’identità condivisa socialmente, in un luogo (quartiere città..)

Per esempio ipotizziamo che l’identità sociale in Brianza (Lombardia), appartenga al rimedio omeopatico “calcarea carbonica” sintentizzando e banalizzando : provincialismo, sentimentalismo, sensibilità, familismo strutturato in “clan” timidezza o perlomeno tendenza a non fidarsi subito di persone estranee.

Potrebbe essere possibile sperimentare in edilizia il rimedio “carbonato di calcio” in modo da capire se gli effetti intangibili (quindi psichici (psicologici) e non medici) di questo rimedio, portano nella popolazione una qualche elisione degli aspetti “pato-sociali” (isolamento, eccessiva reattività ed esclusione sociale) a seguito di una qualche verifica di ciò per esempio dalle notizie riportate dai giornali locali, ma non entro qui nel merito di una ricerca seria sul campo.

f-psicoarchitettura appunti beta 2

Esempio applcativo 1 il bullo invidioso

Alcuni soggetti hanno come emozione prevalente e intensa la rabbia con una conseguente depressione riconducibile a una soppressione della loro rabbia imposta da canoni per loro restrittivi di tipo socio-relazionale.

Questa rabbia potrebbe essere causata da esperienze infantili di rifiuto verso una madre che secondo loro non capiva i loro bisogni.

Sentendosi non capiti e pieni di questa emozione negativa:la rabbia, potevano non sopportare chi gli stava intorno con fare tranquillo, buona capacità di concentrazione sui compiti da svolgere e ottimi risultati, che loro invece non riuscivano a raggiungere a motivi di questa rabbia profonda e persistente, proveniente da un atteggiamento sottostante e perdurante di pretesa a ricevere, come nel caso del bambino (con senso di onnipotenza) verso la madre.

Questi soggetti se inseriti in ambito scolastico, diventano spesso dei cosi detti bulli-leader, capaci di trascinare i compagni in una sorta di neutralità e omertà collusiva o talvolta di collaborazione, contro la vittima designata che di solito è una persona con buona capacità di concentrazione.

Per fare in modo che questa persona perda agli occhi degli altri il suo valore l’invidioso agisce al fine di indebolire la capacità di concentrazione del mobbizzato (atti improvvisi intimidatori non intercettabili dal contesto), e semina informazioni diffamatorie sul suo conto.

Facendo riferimento alla teoria “F Psicoarchitettura ” (f sta per “fisica”) sopra definita, ma anche prestando grande attenzione alla tradizione del sapere omeopatico, quindi ragionando in termini fisico-quantistici di energia sub atomica, pare che il sale (cloruro di sodio) abbia una buona risonanza “energetica” con questo tipo di persone.

Un materiale edile, cui è possibile aggiungere sale al fine di aumentarne la resistenza e la durata è il calcestruzzo, quindi se ne aggiunge una piccola parte (diluizione) per aumentarne l’effetto energetico.

Con questo materiale è possibile per esempio intonacare la stanza in cui vive la persona con questo profilo psicologico (enneagramma 4 per capirci).

Questo è un esempio applicativo della mia teoria che vorrebbe integrare la psicologia (psicomeopatia) e l’architettura a beneficio della salute psico-sociale di una persona in un ottica dematerialistico-energetico.

Al momento la sperimentazione di questa modalità applicativa anche per altri casi e rimedi è in corso, e non ha molta disponibilità di persone su cui applicare la cosa, ma se qualcuno fosse interessato a prestarsi per tale sperimentazione mi contatti ai riferimenti indicati sul web.

f-psicoarchitettura appunti beta-1

Ogni oggetto ha un suo “funzionamento elettromagnetico” che interagisce con l’ambiente circostante, l’espressione materica dell’energia di ogni oggetto produce per esempio effetti organolettici visivi, se si fa passare una carica elettrica sull’oggetto, a secondo che siano presenti x esempio gas: il neon dà l’arancione, l’azoto il blu, gli idrocarburi il rosso, l’ossigeno il giallo o altro (percentuale umidità …)

” in alcune immagini Kirlian, vi sarebbe la persistenza di un’aura anche in corrispondenza di una parte del soggetto che è mancante. Per esempio una foglia viene tagliata su un lato e, malgrado ciò, la fotografia mostra l’aura dell’intera foglia. Esperimenti del genere si dice sarebbero stati fatti anche con arti amputati e dimostrerebbero l’esistenza di una sorta di “corpo eterico”, che si troverebbe “in parallelo” al corpo fisico. Tale componente “eterica” permarrebbe anche in assenza del corrispondente fisico. ”

tutto ciò impone una riflessione sul paradigma ontologico diffuso nella cultura occidentale, evidentemente troppo riduttivo e troppo orientato a una grossolana e squilibrante manipolazione della realtà tangibile, a danno della salute del genere umano e di tutte le forme viventi in genere.

E’ necessario iniziare a immaginare la realtà con una preponderante componente intangibile che attualmente la scienza elude anche se ne conosce l’esistenza.

Un approccio meno interventivo/commerciale e più prossimo alla verità darebbe risultati più apprezzabili e realmente orientati all’equilibrio bio-energetico.

f-psicoarchitettura analisi 3

il tempo

Nella dimensione materiale, il fenomeno tempo, per quanto “apparente” sul piano energetico, ma predominante sul piano della “percezione energetica individuale”, assume modalità fenomenica differente a secondo che il punto di vista sia espressione energetica: identitario individuale o collettiva. A livello individuale il tempo nell’espressione energetica materiale, si caratterizza per temporaneità (vita) irreversibilità (morte) nella sua contingentabilità. A livello collettivo si caratterizza nella dimensione materiale in modo alternante vita-morte (temporaneità-irreversibilità), ma su un piano di identitario soggettivo individuale, non è data certezza se ha in sé  “permanenza-identitaria” (reincarnazione) o esperienza identitaria assoluta (morte-resurrezione). La natura dell’albero, per esempio può essere considerata immortale, se per esempio gli alberi non vengono distrutti totalmente dall’uomo, anche da un incendio, rinasceranno dalle loro stesse radici, pertanto hanno la sola caratteristica di permanenza e non hanno nella propria natura “un fine ciclo” irreversibile, come accade nell’uomo, se non indotto da mano umana (es agricoltura). Gli artefatti umani, per esempio l’architettura, vorrebbero connotarsi di immortalità, ma questo non è possibile, e sono esposti ai vari agenti atmosferici o accidentali, che ne determinano prima o poi l’estinzione, magari anche dopo millenni. L’unico modo per rendere “immortale” l’architettura è quello di farla dialogare con la natura, senza distruggerla, ma rispettandola. La progettazione quindi dovrebbe diventare non più antropocentrica ma eco-centrica, cioè che crei luoghi abitativi “immortali” ma vivi, e non costruiti con materiale morto che porta in se l’irreversibilità temporale della cessazione nella dimensione materiale.