F-Psicoarchitettura appunti

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f-psicoarchitettura appunti 13

Partendo dall’idea che alla base di tutto ci sia solo: “espressione energetica identitaria” che si estrinseca su due modalità: risonanza-movimento, introduco un terzo concetto: il ciclo.

La “risonanza energetica” permette quella organizzazione caratteristica di pacchetti energetici, che permettono alla “coscienza” di ciascun individuo (vegetale-animale-umano) di fare esperienza, e questo è possibile se la cosi-detta anima o mente costruisce “illusioni” ovvero, costruzioni condivise con altri individui di: tempo, spazio, visione, suono…. La risonanza si muove verso l’equilibrio, (con due caratteristiche: l’intensità e la persistenza), che dal punto di vista entropico, potrebbe essere “l’ordine”, il movimento invece si muove verso “il disordine” e in un certo senso distrugge quello che la risonanza crea. Il movimento (con due caratteristiche: congruenza incongruenza) per sua natura va verso quello che noi definiamo morte, che è la fine dell’esperienza dell’anima nella dimensione materiale. Il “movimento” permette quindi, con la morte il passaggio nelle dimensioni energetiche, immateriali, da dove probabilmente riparte un nuovo ciclo, con il passaggio di una parte delle unità energetiche individuali, di nuovo nella dimensione materiale, che noi definiamo nascita. A questo punto i pareri religiosi si discostano, per alcuni esiste un solo ciclo per altri esistono infiniti cicli, per altri un numero limitato di cicli. Poco importa che le religioni si discostano, la cosa potrebbe solo significare che non tutti gli individui hanno lo “stesso destino energetico” e che la verità sia “sovra-religiosa” essendo in se la religione solo per gli individui umani e limitata in se dal linguaggio umano che ne limita l’espressione completa.

Riassumendo la realtà è costituita da individui con identità energetiche, organizzate in diverse dimensioni ed espressioni energetiche, che si orientano in prevalenza verso la risonanza (es mondo vegetale) o verso il movimento (dai microrganismi agli individui umani) costituendo cicli di esperienza individuale (in cui misurare l’espressione individuale di libertà) che possono essere monocicli o policicli esperienziali.

f-psicoarchitettura appunti 12

Il cuore dell’albero

 

Poiché l’uomo cammina attorno alla terra (orizzontale) e la pianta non può vivere senza sole (verticale) ipotizziamo un continuum verticale – orizzontale dove la pianta è a un polo e l’uomo al polo opposto.

Questo continuum è “la relazione-comunicazione” con l’esterno dell’unità energetica individuale, tutto il fenomenico è unità energetica individuale, ognuno di noi è costituito da miliardi di unità energetiche, organizzate in “sottoinsiemi funzionali”, che hanno una “risonanza” come una specifica e unica lunghezza d’onda, che permette a tutte le unità energetiche di un individuo di riconoscersi, le unità energetiche sono in relazione fra loro e comunicano all’esterno, in base a precise dinamiche fisiche, lo spazio e il tempo non esistono, sono in realtà delle costruzioni della nostra mente, ipoteticamente potremmo avere una unità energetica “distante” per cosi dire anni luce, ma è la sua “risonanza” che la fa riconoscere dalle altre unità energetiche, questo spiega i fenomeni cosi detti paranormali, previsioni di cosa accadrà, perché il tempo non esiste ma esistono precise esperienze che la nostra mente colloca in una costruzione di tempo, quando la nostra mente non costruisce il tempo e lo spazio siamo nella dimensione originale, per esempio il sogno, dove non possiamo avere esperienze mediate dai sensi.

L’architettura dovrebbe essere costruita in base a questa teoria, cioè concependo l’abitare come minimizzazione delle interferenza “dissonanti” favorendo “risonanze” utili per la coscienza e per il senso della vita che un individuo vuole dare alla propria esistenza.

L’abitare è in sé: “possedere stare”, nel tempo e nello spazio costruito, condividendo con altri individui la costruzione dello spazio e del tempo, è la condivisione della stessa modalità spazio-temporale, ci da la sensazione dell’oggettività, tutti lo facciamo nello stesso modo, ma questo non da certezza che sia realmente cosi.

Tornando per esempio all’albero, l’albero vive senza togliere la vita a nessun altro individuo, anzi molto spesso la permette, per esempio producendo ossigeno, frutti eccetera…., il cuore dell’albero, cioè quella cosa che permette all’albero di vivere è esterno, è il sole, il cuore dell’uomo è interno, ed è un muscolo sempre in movimento, il movimento caratterizza l’esperienza esistenziale dell’uomo (al punto opposto del continuum) e la sua relazione orizzontale, la stabilità caratterizza l’esperienza esistenziale dell’albero, e la sua relazione verticale di tipo elettromagnetico con il sole, gli elementi alla fine sono due: “la risonanza” (elettromagnetica ) e il “movimento” o esperienza di movimento che richiede che la mente costruisca il tempo e lo spazio.

L’abitazione, di una o più persone, dovrebbe essere concepita come se fosse “un individuo”, una struttura organizzata, con il cuore all’esterno, come le piante, capace di fornire “abitabilità” senza deperire (o almeno riducendo al minimo la sua “morte”),  e in autonomia, dovrebbe essere costruita con materiale vivo e non privo di vita come si fa adesso.

L’aspetto igienico dovrebbe essere ponderato nell’ottica di un ecosistema perfetto che non favorisce il prevalere di una specie individuale sull’altra. Il cuore pulsante di una casa dovrebbe essere il sole, il sangue, l’acqua che scorre all’interno di essa, il respiro, l’aria e il vento che l’attraversano, chiaro che la struttura dev’essere per cosi dire una struttura eterna, per esempio l’acciaio, è il suo scheletro, ma il resto dovrebbe avere la possibilità di continuare a vivere, una casa dove scorre la vita è, per dirla con Jung, diventa l’alter ego dell’individuo umano, che invece è orientato a togliere la vita a tutto ciò che lo circonda, la casa concepita come un albero che non toglie la vita posto sul punto opposto del continuum: individui vegetali/piante-individui animali/umani.

f-psicoarchitettura appunti 11

Comunicazione verticale e orizzontale.

 

Intendo per comunicazione, quella cosa anche fisico-chimica, che mette in relazione l’individuo con qualcosa d’altro.

Per individuo intendo un organismo vivente, che nasce cresce e muore, quindi compresa la vegetazione, piante fiori, e non solo tutti gli animali, da quelli unicellulari a quelli più complessi.

La vegetazione ha prevalentemente una comunicazione verticale, di tipo bio-fisico, con il sole, e sotto radicale (tramite le radici) con gli altri individui della sua specie, e una comunicazione fluida attraverso l’acqua e l’aria anche di tipo sostanzialmente verticale.

All’opposto delle piante ci sono gli individui umani, che hanno una comunicazione prevalentemente orizzontale, anche attraverso lo spostamento fisico del proprio corpo in senso orizzontale, fra tutti la comunicazione degli individui umani, anche attraverso il linguaggio, permette una più forte e imponente capacità di trasformazione da materiale vivente a materiale inerte (per esempio rifiuti) di tutti gli altri individui vegetali e animali. Questa capacità di trasformare il mondo degli esseri umani ha un carattere involutivo, nel senso peggiorativo di de-differenziazione omologazione riduzione a poche specie viventi, mentre la comunicazione verticale, per esempio delle piante, ha un carattere evolutivo nel senso di maggiore predisposizione alla differenziazione individuale di ciò che esiste sulla terra.

L’identità energetica del mondo vegetale è più spirituale dell’identità energetica degli individui umani, i quali sono orientati a una de-spiritualizzazione materialistica inerte, alcuni individui umani si discostano dal loro destino de-spiritualizzante dandosi un gran da fare per proteggere gli individui di altre specie animali e vegetali, dalla furia distruttiva dei loro consimili, ma spesso con risultati poco apprezzabili. Ci sono anche individui umani che inventano una pseudo-spiritualità, di tipo antropocentrico, che chiamano religione, ma non è chiaro se questo sia di origine e derivazione spirituale o materialistica.

A cosa servono queste considerazioni? A pensare a una architettura di tipo spirituale, appunto psico-architettura, orientata a una maggiore equilibrio rispetto al mondo, partendo da constatazioni semplici come la fotosintesi clorofilliana (comunicazione verticale) e la devitalizzazione che l’uomo crea attorno a se per esempio con la costruzione di grandi città.

f-psicoarchitettura appunti 10

Le attività umane si possono distinguere sostanzialmente in due categorie:

spiritualistiche e materialistiche.

Le attività spiritualistiche riguardano l’aspetto qualitativo.

Le attività materialistiche riguardano l’aspetto quantitativo.

Il potere sociale acquisito con le attività spiritualistiche riguarda in prevalenza l’area etica, giuridica, politica, religiosa, intellettuale, artistica.

Il potere sociale acquisito con le attività materialistiche riguarda in prevalenza l’area commerciale, produttivo-industriale, costruttivo-architettonica e ingegneristica, produttivo agricola o in genere riguardante lo sfruttamento delle risorse naturali.

La valutazione “premiale” è il sistema prevalente per il riconoscimento qualitativo delle attività spirituali, la valutazione monetaria è il sistema prevalente per lo scambio e l’accumulo di beni materiali.

La qualificazione delle attività spirituali avviene principalmente mediante un processo nel tempo e mediante l’esercizio specifico, per lo più individuale, simile a quanto avviene per le attività sportive.

La quantificazione delle attività materiali avviene per lo più attraverso, la trasformazione di risorse materiali, lo sfruttamento, l’accumulo, l’esercizio del proprio interesse, attraverso contratti o accordi che godono di tutele giuridiche.

 

Quando le attività spirituali e quelle materiali vengono forzatamente mescolate assieme nella concettualizzazione ideica del discorso, viene prodotta distopia, il pensiero si aliena e le attività si impaludano in produzioni spirito materialistiche, avulse da senso e da coerenza.

Questo accade per esempio quando la politica si mescola con l’economia o con il sistema giuridico o scientifico-sanitario eccetera.

Quando è massimo o prevalente sulle altre aree, il potere sociale acquisito da un’attività spiritualistica, come per esempio la politica nazionale, e possibile forzare la mescolanza nell’illusoria supponenza di poter acquisire più potere sociale, questo avvenne per esempio durante il fascismo, quando la politica si trasformò da attività spiritualistica (giustizia sociale) in una attività materialistica di conquista militare di altre nazioni (territori da sfruttare).

Premesso, pur in modo seplificato, questo è mia convinzione che una attività spiritualistica come la psicologia possa danzare senza forzare con alcun che, con un’attività materialistica come l’architettura.

Questo “danzare” di reciproca utilità, richiede che si conoscano le due aree in modo indipendente, come se si praticassero due sport differenti con differenti regole, che ci sia stata un’attività nelle due aree sempre in modo indipendente, in modo da evitare che la minima forzatura,  produca distopia e quindi “attività confuse” in modo entropico, a mio parere non è possibile una collaborazione per esempio fra due professionisti: psicologo-architetto, perché richiede una elaborazione profonda e individuale.

 

Un esempio in cui l’architettura confonde la propria attività rendendola distonica, a mio parere è quando l’architettura forza l’arte, che ha una natura differente dall’architettura, confondendo una espressione estetica fine a se stessa (pittura, scultura) con l’aspetto decorativo, e il buon gusto delle decorazioni, che sono invece parte dell’architettura in quanto ripetibili, mentre l’espressione artistica è in se irripetibile, non può essere artigianale.

Diversamente se l’arte “danza” con l’architettura, come nel caso di Carlo Scarpa, non si crea distonia ma “sublimazione”.

Carlo Scarpa proveniva dall’accademia delle Belle Arti, e si avvicinò con riservatezza e rispetto all’architettura dapprima in modo osservativo e distinto dal suo “esercitare” l’arte, poi riuscì a mio parere in modo stupendo ad armonizzare l’attività spiritualistica (arte) con l’attività materialistica (architettura).

Questo è quello che vorrei fare anch’io con la psicologia e l’architettura, trovare un modo che non sia confusivo ma reciprocamente e profondamente “danzante”.

Una distinzione necessaria fra aree fenomenologiche.

Prima di introdurci nella f-psicoarchitettura, è necessaria una distinzione concettuale fra “fisica-energetica” (F),  “comportamento umano” (psico), e “fisica-materiale” (architettura).

F: comprende i precedenti articoli su come presumibilmente si organizza l’energia.

Psico: comprende il comportamento umano sostenuto dalla libertà individuale, cioè, una concezione della realtà che si differenzi in almeno due macro categorie, fra cui scegliere, per esempio: il vero e il falso (anche se alcune situazioni possono essere definite “più falso che vero” quindi non in modo assoluto, ma ogni cosa necessita di essere collocata), il bene e il male, il bello e il brutto e via dicendo.

Questa “dicotomia di circostanza” è necessaria per permettere a ogni individuo di poter scegliere, e il poter scegliere è la condizione necessaria per poter esercitare libertà individuale.

La dove non vi è distinzione, per esempio: fino agli estremi in cui si nega una realtà biologica come “femminile-maschile”(*), viene esercitata una “falsa libertà” che potrebbe portare all’impossibilità di scegliere, e quindi all’annientamento della libertà individuale.

Partendo proprio da ciò che psichicamente ci induce ad avere una visione dicotomica delle cose: femminile-maschile, su cui si basa la scelta (del partner), definiamo tutto ciò che è “etica”, l’etica è necessaria per esercitare la libertà individuale, in quando principio per la sussistenza “dello scegliere” e inconsciamente connaturata.

Nella f-psicoarchitettura, il principio della necessaria possibilità: di poter scegliere per essere liberi, non può essere ignorato, un’architettura che non permette scelta (per esempio un circuito di spostamento obbligato) diventa un’architettura senza anima, un’architettura che occulta il passato storico di un luogo, diventa un architettura senza anima, perché l’occultamento (in nome di una presunto restauro) obbliga l’evocazione della memoria del luogo a scomparire, quindi non permette scelta (visiva) se farsi coinvolgere dal processo evocativo o meno.

Fisico-materiale: i materiali, i colori le forme che vengono progettate, possono scegliere di “integrarsi” con il contesto, o dissociarci narcisisticamente, imponendo blocchi separati, ma su questo lascio all’ampia trattazione già fatta da ottimi architetti, però non deve essere ignorato il concetto di compattezza o meno, fluidità o meno, gradualità cromatica o meno, rispetto delle volumetrie circostanti o meno, secondo un ottica di “etica architettonicache permette l’esercizio della libertà o meno, e non diventa autoritarismo occulto, come nel caso sopracitato della psiche.

 

 

(*) su questo punto bisognerebbe argomentare più ampiamente, ma in sintesi, ciò su cui io ritengo si sia fatta confusione, è stato lo scambiare un’opposizione al modello culturale imposto di: “femminilità-mascolinità”, con la natura genetica: femmina-maschio. In altre parole sono stati imposti modelli fissi di femminile (domestico, educativo, diligente, dipendente….) e di maschile (sociale, ingegnoso, forte, dominante, combattente…..), nati per pura convenienza, di gruppi di potere esistenti in una determinata circostanza storica. Tali modelli culturali di genere, venivano utilizzati per colpevolizzare chi si discostava da tali modelli, queste colpevolizzazioni, hanno creato delle distonie di personalità, confuse con problemi di tipo ormonale o di espressione genetica di genere.

La donna ingegnosa e dominante veniva obbligata a essere domestica-dipendente, come ancora capita nella cultura islamica, ma anche il maschio per esempio: sensibile-artista veniva obbligato a essere rozzo-violento, per il semplice fatto che uomini di potere, in determinate circostanze storiche, avevano messo se stessi come modello “buono e sano” questa non è l’etica che permette di scegliere, è abuso narcisistico, per eliminare gli abusi narcisistici (ingiustizie) non si elimina l’etica individuale.  Sentirsi del “sesso opposto” sulla base dei modelli culturali imposti non significa rifiutare il proprio sesso biologico, un uomo abile nell’educazione dei figli diligente e sensibile è un uomo a tutti gli effetti e come tale va rispettato, chiaro magari si deve scegliere una donna ingegnosa- dominante come partner, non è che deve cambiare sesso perché i modelli culturali sono fissi-ottusi e inappropriati alla realtà psichica di ognuno, è come il modello “destrimano” che si è imposto su quello ambidestro “non-destrimano” pur avendo una probabilità di insorgere identica. Quindi attenti a non confondere le caratteristiche di personalità (che in parte sono biologiche) con la genetica “femminile-maschile”, vero ci sono persone con una genetica o un sistema ormonale differente ma sono una minima parte, mentre gli abusi fatti sull’imposizione di modelli comportamentali  maschile o femminile, coinvolgono in termini probabilistici almeno la metà della popolazione.

f-psicoarchitettura appunti 9

Partendo dalle considerazione che tempo e spazio in se non esistono, o meglio che sono costruzioni della nostra mente, inglobate energeticamente nella dimensione spirituale (spazio tempo variabili immateriali) e forse organizzate come uno “specchio bidirezionale” possiamo assumere che l’indagine sulla psiche: la psicologia, trascura lo spazio, mentre la progettazione architettonica, trascura il tempo, in altre parole, l’f-psicoarchitettura, ha l’ambizione di “agire” “abitando” il tempo e lo spazio, come costruzioni della nostra mentre, che però nella realtà energetica, influiscono nell’organizzazione energetica stessa.

Semplicisticamente, possiamo dire che la psicologia, esperta nella “manipolazione” del tempo, assieme all’architettura esperta nella “manipolazione” dello spazio, possono bilanciarsi, attraverso la nostra riduttiva percezione sensoriale (e costruzione mentale) compensandosi e superando “la rottura” che spesso viene creata dal riduzionismo conoscitivo (pseudo scientifico), ipercontrollante, ma anche molto dissonante, la dove per dissonanza si intende una dispersione entropica dell’energia, che la rende essa stessa “inutile”, nel senso di poco organizzata, riducendone “il movimento” e “l’intensità”, che in altre parole sono l’espressione energetica della “vita”.

f-psicoarchitettura appunti 8

riassunto delle tre dimensioni

Abbiamo diversi tipi di soggettivita’ : vegetale, animale non umana, animale umana.

Ogni soggettività e’ costituita da espressioni energetiche presenti in almeno tre insiemi dimensionali: materiale, mentale, spirituale.

La soggettivita’ e’ presente negli insiemi dimensionali tramite unita’ energetiche costituite da una o piu’ stringhe vibrazionali il cui tipo di vibrazione e’ in una stringa caratteristico di un solo soggetto nelle altre stringhe puo’ coovibrare con stringhe di altri soggetti.

L’espressione energetica dell’unita’ energetica e’ data da due variabili: intensita’ e movimento, nella dimensione mentale il movimento si traduce anche in tempo e in quella spirituale il movimento si tradice in tempo e spazio.

Con la morte le unita energetiche soggettive materiali si trasferiscono piano piano negli insiemi dimensionali mentale e spirituale, per finire le unita energetiche soggettive possono trasferirsi nell’insieme dimensionale spirituale, ed esprimersi nelle due sottovariabili del movimento : tempo e

spazio.

Questo spiegherebbe meglio i fenomeni descritti da alcuni soggetti di “spiriti di morti che verrebbero visti o sentiti in determinati luoghi” e darebbe forse senso ai cosi detti fenomeni suggestivi non secondo un ottica esclusiva ( non esistono) ma secondo un ottica inclusiva ( esistono ma non nell’insieme dimensionale materiale in cui la percezione di tempo e spazio sono “ombre” degli altri due insiemi dimensionali: mentale, spirituale).

Dispersione e permanenza

Le unità energetiche negli insiemi dimensionali materiale C (concreto) mentale I (ideico) e spirituale S sono caratterizzate tutte da maggiore/minore dispersione e permanenza si/no.

In C la dispersione è maggiore, cioè abbiamo unità energetiche c di una soggettività come se fossero molto sparse nel senso che per mantenere la soggettività in C l’intensità delle ue (unità energetiche) deve essere alta, con la morte le unità energetiche soggettive trasmigrano in I e S e la loro intensità in C diventa minore, ciò che percepiamo è la perdita della forma del corpo (decomposizione) .

In I la dispersione diminuisce la dove è necessaria la variabile “tempo” quindi l’intensità energetica necessaria in questi casi può essere minore.

In S la dispersione è al minimo rispetto gli altri due insiemi dimensionali (C e I) l’intensità energetica necessaria è minima e la permanenza massima cioè tutte le unità energetiche soggettive permangono per sempre in S; sono molto transitorie in C (durata della vita) mediamente transitorie (o mediamente permanenti) in I.

f-psicoarchitettura appunti 7

Nella dimensione spirituale come si organizza l’energia.

La dimensione spirituale e’ caratterizzata dall’affettivita’ dall’etica e dall’estetica (buono, giusto, bello) , se nella dimensione materiale non sono necessari ne’ tempo ne’ spazio, e nella dimensione mentale e’ necessario a volte solo il tempo, nella dimensione spirituale a volte sono necessari sia il tempo che lo spazio, la dimensione affettiva necessita “dell’abitare” dello stare-possedere in un tempo per poter amare o non amare, quindi la variabile “movimento” nella dimensione spirituale si esprime a volte in tempo e spazio, noi quando percepiamo il tempo e lo spazio siamo nella dimensione spirituale non i quella materiale (1) e’ nella dimensione spirituale /affettiva che si svolge cio’ che a noi appare come concretezza, realta’, la filosofia positivista ha sovrapposto la dimensione materiale con quella spirituale e non ne ha riconosciuto la differenza, questo errore a tutt’oggi e’ presente in tutto il campo

della conoscenza occidentale che fa dell’empirismo un assoluto da cui partire. L’unita’ energetica nella dimensione spirituale necessita di due chiavi energetiche, una posta in coerenza con la relazione verso l’altro (altre soggettivita’ , vegetali, animali, persone) e una posta in coerenza verso l’inizio ( o Dio, assoluto , principio ontologico ….) Come nella dimensione mentale queste chiavi possono essere disattivate, quindi abbiamo un unita’ energetica con diverse stringhe o unita’ energetiche con una sola stringa, le unita’ energetiche costituiscono il soggetto energetico ( vegetale, animale non umano o animale umano) alle estremita’ di una delle stringhe costitutive l’unita’ energetiche abbiamo due chiavi energetiche, una in relazione con altre soggettivita’ e una in relazione con l’inizio, la chiave in relazione con altre soggettivita’ puo’ essere disattivata per esempio dall’odio, e la chiave in relazione con l’inizio puo’ essere disattivata dalla presunzione del soggetto di essere lui l’inizio di ogni cosa. Per esempio chi ha una convinzione esclusivamente biologista e casualista pensa che l’inizio sia nelle proprie cellule quindi disattiva la relazione con il trascendente e si sente per esempio qualcosa tipo ateo.

(1) La realta’ materiale e’ trasferita a quella ideica e spirituale solo tramite impulsi nervosi, neuroni che codificano una range limitato, possiamo misurare un tavolo, in cm, vediamo i centimetri e il tavolo e diciamo questa e’ la realta’ il tavolo misura su questo lato 100 cm, la dimensione materiale e’ fatta di fotoni, occhio -retina, nervo ottico, corteccia visiva, neuroni; la realta ideica dal concetto di misurazione, tavolo, concetto di realta’ e traduce in un tempo in cui il tavolo era un albero a un tempo in cui e’ diventato tavolo. La realta’ spirituale crea un legame “affettivo” fra l’esistere dell’albero in uno spazio e in un tempo e l’esistere del tavolo in un altro tempo, nella realta’ materiale il tavolo e’ sempre “cellule vegetali” in quella ideica un piano d’appoggio, solo nella realta’ spirituale abbiamo un organizzazione energetica di tipo geografico-spaziale.

f-psicoarchitettura appunti 6

nella dimensione mentale come si organizza l’energia

la dimensione materiale e’ percepibile e comunicabile attraverso i sensi e il sistema nervoso, e le sue leggi ( leggi biologiche, fisiche) non hanno bisogno della variabile tempo, cioe’ si possono svolgere in una organizzazione atemporale, la dimensione mentale ha invece bisogno di un linguaggio e si puo’ svolgere sia in una organizzazione temporale (storia) o atemporale ( astrazione razionale). A differenza della dimensione materiale, la dimensione mentale ha bisogno di collocarsi in insiemi coovibrazionali, ogni stringa ha un vertice orientato a una chiave energetica e l’altro alla soggettivita o identita’ di chi deteniene l’unita’ energetica, la chiave energetica permette l’orientamento a una coerenza con altre “quote ideiche” (per semplificare idee), o per cosi dire “verita”, la chiave energetica puo’ essere per cosi dire spenta o inattivata ( cause esterne x es sostanze chimiche o cause soggettive per es fuga difensiva ideica) e questo determina l’irriconoscibilita’ del contenuto mentale (delirio, confusione, caos ideico) , la corda vibrazionale continua a vibrare secondo le sue caratteristiche ma non e’ riconoscibile da altri contenuti ideici del soggetto o della realta’ mentale circostante. Solo la collocazione nel tempo reale, per esempio quando e’ avvenuto realmente il fatto,

puo’ permettere la riattivazione della chiave energetica inattiva, la variabile tempo non esiste nell’insieme dimensionale materiale, ma in quello mentale a volte diventa necessario perche’ la stringa vibrazionale sia ” formalmente riconosciuta ” da altri soggetti.

f-psicoarchitettura appunti 5

Nella dimensione materiale come si organizzano le unita’ energetiche

Abbiamo detto che una unita’ elementare e’ costituita da stringhe vibrazionali di cui almeno una con espressione energetica unica e specifica di una sola identita’ individuale tale variabile qualitativa stabile le permette di stabilire connessioni con tutte le altre unita’ energetiche nei tre insiemi dimensionali, le unita’ energetiche “collegate” perche’ in risonanza con la caratteristica qualitativa,

formano l’individuo; abbiamo anche detto che per individuo si intende qualsiasi forma vivente. Nella dimensione materiale le unita’ energetiche non sono per cosi’ dire vicine l’una all’altra, ma appaiono vicine , nel senso che la nostra mente le rappresenta come vicine anche se non lo sono. Lo spazio e il tempo in realta’ sono una rappresentazione della nostra mente del “movimento” in quanto la nostra mente non riesce a immaginare il movimento se non indirettamente tramite la cognizione di tempo e spazio. Per esempio se abbiamo una fila di lampadine che si accendono e spengono in sequenza noi non riusciamo a vedere l’alternanza delle luci e ci appare come se la luce seguisse un movimento lineare (luci natalizie) in termini analogici la stessa cosa appare con la percezione del nostro corpo fisico, esso ci appare come unito in una sola forma fisica ma in realta’ sono le caratteristiche vibrazionali delle nostre unita’ energetiche che ne determinano l’insieme corporeo, il nostro corpo puo’ agire sul mondo materiale , spingere una persona, l’effetto e’ la modifica temporanea della caratteristica vibrazionale di alcune stringhe nelle unita’ energetiche, la percezione e’ lo spostamento della massa in uno spazio, la percezione e’ per esempio anche la rappresentazione nell’insieme dimensionale mentale, cioe’ lo spostamento della massa e’ una illusione mentre la modifica vibrazionale e’ la realta’. Per esempio anche nel linguaggio i fonemi che formano per esempio la parola amore sono un illusione mentre il significato nelle varie lingue : love, amore, amour …. e’ cio’

che determina la variazione vibrazionale , la variazione vibrazionale e’ la realta’, il significato della parola e’ cio’ che modifica la realta’, a tal proposito sono esplicativi gli esperimenti di Emoto con l’acqua.

Le unita’ elementari energetiche sarebbero costituite da stringhe che vibrano e che hanno ai loro apici come delle antenne (radici che trasferiscono alla stringa delle informazioni, solo specifiche informazioni che quella unita’ energetica puo’ elaborare, unita’ che appartiene a un individuo) queste antenne possono variare la vibrazione in modo limitato, specifico per quella stringa, in termini di intensita’ e di movimento (range). Queste variazioni determinano il cambiamento della realta’ la quale viene appunto percepita variata dall’individuo nel suo complesso, l’individuo e’ costituito da un numero enorme di unita’ energetiche poste in modo non continuo nei 3 insiemi dimensionali che costituiscono il soggettivo e che probabilmente s’intersecano con l’universo l’energetico non soggettivo, interagendo con esso.

In definitiva fin ora la conoscenza ha scambiato per realta’ cio’ che invece e’ una ricostruzione formalizzata dell’individuo, cio’ che appare , come le luci di natale che sembrano susseguirsi invece semplicemente si accendono e spengono autonomamente, abbiamo bisogno di percepirlo cosi’ per poter intraprendere azioni, la realtà pero’ e’ diversa e’ senza tempo e senza spazio e senza continuita’ fisica, almeno probabilmente per il nostro corpo e’ cosi’. Questo differente modo di concepire ci permette di diminuire una serie di contraddizioni che spesso troviamo in campo scientifico in quanto molto spesso la certezza scientifica e’ una proiezione socialmente condivisa delle nostre paure, ma questo ci allontana dalla conoscenza piuttosto che favorirla.

 La progettazione di uno spazio condiziona tutti gli aspetti dimensionali non solo quello materiale ma anche quello mentale e spirituale e di questo ne dobbiamo essere consapevoli.